“SERVE PIANO MASSICCIO DI COMUNICAZIONE. LA GENTE NON CONOSCE I CAU”
Presa di posizione della Funzione Pubblica Cisl
“La riforma deve funzionare o sarà collasso. Noi ci siamo ma ora serve un cambio di passo”
“Nelle ultime settimane il Pronto Soccorso è in fortissima difficoltà. Abbiamo chiesto alla direzione Ausl il potenziamento del triage infermieristico e dell’infermiere di supporto psichiatrico perché il personale non ce la fa più. Ciò è una conferma che il sistema dell’Emergenza Urgenza non sta funzionando a dovere e che investire su una comunicazione potente e incisiva sui Cau appena aperti, con tutte le risorse del caso, non è un optional”.
Così Gennaro Ferrara, segretario generale Cisl Funzione Pubblica, responsabile della Sanità – la categoria della Cisl che segue i dipendenti pubblici tra cui anche quelli dell’Ausl – commenta l’ingresso sulla scena dei Cau, proponendo all’Azienda Usl reggiana un forte cambio di passo.
I CAU VANNO SPIEGATI ALLE PERSONE
“Solo se spiegati bene i Cau potranno avere successo”, conferma Cisl Emilia Centrale, ricordando che “sono note le motivazioni e le accelerazioni che hanno portato a questa riforma ma se, come cittadini, professionisti e pazienti, vogliamo avere una speranza che il sistema dei Cau migliori i bisogni quotidiani delle persone è necessario prendere atto che oggi i Cau sono noti nel dettaglio solo agli addetti ai lavori. Non basta. Occorre pensare a chi vive la sua vita fuori dagli ospedali e a come dare agli utenti percorsi chiari e snelli. Su questo punto noi ci siamo ma l’iniziativa è nelle mani dell’Ausl. Si pensi a tutti, a partire da quella fetta di popolazione che non ha nemmeno accesso a internet e che rischia di essere tagliata fuori da informazioni vitali”.
DURANTE I PONTI SISTEMA IN OVERBOOKING
Guardiamo alcuni numeri: per quel che riguarda la continuità assistenziale – il servizio che sostituisce l’ex guardia medica, fondamentale per sgravare la rete dei Pronto Soccorsi – dal 23 novembre all’11 dicembre si è registrato un picco record di 1.971 chiamate il 7 dicembre, a ridosso della festività dell’Immacolata, a fronte di una media infrasettimanale di 300 chiamate e di circa 1.000 nei fine settimana.
Siamo in una fase sperimentale, vero. Lo stesso i dati spiegano che durante i ponti (31 ottobre-1° novembre, 8 dicembre) i pazienti sono stati dirottati dai medici di medicina generale e dai pediatri sull’ex guardia medica e ciò ha prodotto un overbooking con attese telefoniche giunte anche a 40 minuti. Un fatto che ha prodotto l’accesso generalizzato nel Pronto soccorso, mettendo in seria difficoltà il servizio e producendo un aumento esponenziale di casi di aggressioni nei confronti del personale che lavora nel servizio.
“Ecco un’altra dimostrazione che oltre alla comunicazione incisiva occorre un maggior coinvolgimento dei medici di famiglia e pediatri per contribuire a far funzionare il sistema. Tutti gli attori sanitari devono essere ingaggiati, altrimenti la riforma dei Cau non raggiungerà i suoi obiettivi”, prosegue il segretario Ferrara.
INVESTIRE SUL PERSONALE: ASSOLUTAMENTE PRIORITARIO
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi interni l’accelerazione sull’apertura dei CAU voluta dalla Regione ha lasciato diversi punti in sospeso: “Oggi i CAU aprono – chiosa Ferrara – ma non abbiamo ancora risposte certe sulle indennità economiche che saranno assegnate al personale. Il problema lo abbiamo già posto all’azienda insieme all’altro tema che riteniamo prioritario: avviare e soprattutto mantenere un percorso formativo che dia agli infermieri in turno gli strumenti per rispondere in modo adeguato al cittadino”.
Anche dal punto di vista interno la comunicazione è fondamentale: “Nelle ultime settimane il Pronto Soccorso è in fortissima difficoltà. Abbiamo chiesto alla direzione il potenziamento del triage infermieristico e dell’infermiere di supporto psichiatrico perché il personale non ce la fa più. A ogni inizio turno gli infermieri si trovano decine e centinaia di persone in coda. Il CAU può essere una soluzione ma solo se sarà fatto capire ai cittadini. Altrimenti il CAU non lavorerà in modo efficace e il PS e i suoi professionisti saranno sempre più in difficoltà”.