“E per fortuna che
avevano promesso di non lasciare soli gli eroi del covid: lunedì 30 settembre
sarà l’ultimo giorno di lavoro per 14 OSS (operatori socio sanitari) iper
precari che l’Azienda USL di Modena accomoderà alla porta, nonostante questi professionisti
abbiano in molti casi tutte le carte in regola per essere stabilizzati. Ma
siccome di oss c’è bisogno come l’aria per far funzionare gli ospedali Ausl
cosa si inventa? Mentre manda a casa i suoi ragazzi selezionati con concorso,
gli stessi che ci difendevano in pandemia, proroga fino al gennaio 2025 ben 25
oss forniti da un'agenzia interinale. Spoiler: no, non siamo su scherzi a
parte”.
E’ durissimo Gennaro Ferrara,
leader di Cisl Fp Emilia Centrale, in questo accuse contro l’AUSL modenese, cui
il sindacalista imputa “una grave mancanza di visione e di programmazione.
Capisco che la coperta sia corta, capisco gli ordini di far quadrare i conti ma
qui abbiamo una sanità da ricostruire e la prima regola di un buon padre di
famiglia è quella di trattenere i migliori, non di farli scappare. Diciamo
basta a questa perdita di figure professionali importanti per due motivi:
stiamo sprecando soldi pubblici spesi per la loro formazione e stiamo mettendo
a rischio la continuità dei servizi erogati ai cittadini”.
Già il 29 agosto
scorso Cisl Fp aveva scritto un documento molto chiaro alla Direttrice Generale
Annamaria Petrini, segnalando che tra gli OSS che lunedì saluteranno il posto
di lavoro ci sono figure che hanno maturato ben oltre i 3 anni di servizio, condizione
essenziale per l’assunzione a tempo indeterminato.
“La sanità modenese
è ovunque in allerta rossa e non ci possiamo permettere di trattare così il
personale. Cito, ad esempio, strutture sanitarie come quelle di Mirandola,
Pavullo, e Vignola e Carpi, in condizioni di estrema emergenza – attacca il
sindacalista Cisl Fp –: la continuità
assistenziale è garantita solo grazie alla enorme abnegazione dei
professionisti che si sobbarcano innumerevoli doppi turni e salti di riposo,
con tutti i rischi annessi”
NEL 2023 PERSI 200 PROFESSIONISTI
Un quadro pessimo aggravato dal
fatto che “l’azienda ha letteralmente scelto di perdere circa 200
professionisti nel 2023 e tra questi la metà sono infermieri. Questo è ciò che
si evince dai singoli distretti, soprattutto a Mirandola, Carpi, Pavullo e
Vignola. Il motivo? Alleggerire i conti e centrare gli obiettivi di bilancio,
anche a costo di fare il gioco delle tre carte – prosegue Ferrara –. La morale
di questa storia è che mentre tutt’Italia cerca infermieri e oss, a Modena li
abbiamo spediti a casa, rimpiazzandoli con agenzie interinali che non sono un
grande affare, perché un oss dipendente di Ausl costa meno di un oss fornito da
una agenzia. Ma l’oss interinale non va stabilizzato, fa i turni più duri senza
fiatare e, soprattutto, non compare sul bilancio del personale. E almeno i
conti, loro sì, sorridono”.
DIRIGENTI ALLO STREMO CON I DOPPI INCARICHI
Un gioco al risparmio che si vede bene anche mettendo mano al dossier dei dirigenti delle professioni sanitarie. Sono sette quelli in Direzione Assistenziale in Ausl Modena, a fronte dei dieci dirigenti nella più piccola a Reggio Emilia che schiera strutture semplici e complesse e un disegno molto chiaro e ampiamente condiviso. A Bologna è in essere l’ennesimo concorso per aumentare ulteriormente il numero dei dirigenti delle professioni sanitarie, a Ferrara (340.000 abitanti) l’azienda è già a quota 13. Quasi il doppio dei dirigenti di Modena.
Ognuno dei sette dirigenti modenesi ha due incarichi
(a costo zero, lo stipendio non cambia) che per essere svolti al top
richiederebbero una giornata di 48 ore e il teletrasporto. “Vediamo al
moviolone cosa ha combinato Ausl: invece di scorrere la graduatoria dei
dirigenti individuati con concorso, in scadenza nei prossimi mesi, composta da
personale che lavora in Ausl e conosce la sanità pubblica, l’azienda ha dato la
guida di settori strategici come l’emergenza urgenza, la salute mentale degli
adulti, la radiologia a figure che non sono dirigenti e hanno un più economico
incarico di funzione e coordinamento – spiega Ferrara –. Per risparmiare, Ausl
in un colpo solo sta creando: caos organizzativo, insoddisfazione a livelli
stellari e mortificazione delle competenze. Ancora più eclatante è il caso del
Direttore assistenziale, figura superiore ai dirigenti, chiamato a occuparsi
del distretto di Mirandola.
“Guardando in giro per l’Emilia, Ausl Modena è l’unica
azienda che chiede ad un dirigente delle professioni sanitarie di essere anche
direttore di distretto. Ma o stai in direzione o stai sul territorio a
confrontarti coi Sindaci, gli assistenti sociali e i Comuni. Cara Ausl così non
va. Te lo chiediamo da mesi: fermati e torna al tavolo con il sindacato, i
Sindaci dei Comuni e le altre Istituzioni. Dobbiamo riflettere insieme a tutto
il territorio sull’organizzazione per la nostra sanità, affinché la macchina
rimetta al centro le migliori risposte per i pazienti e cittadini”, conclude
Ferrara.