MENSA AUSL REGGIO EMILIA, LA REPLICA ALLA DIREZIONE

Mensa Ausl Reggio Emilia, la replica alla direzione

MENSA AUSL REGGIO EMILIA, LA REPLICA ALLA DIREZIONE

PUBBLICATO IL 22/06/2023, CATEGORIA: SANITà, AUTORE: CISL FP EMILIA CENTRALE

MENSA AUSL REGGIO EMILIA, LA REPLICA DI CGIL CISL UIL ALLA DIREZIONE

“PASTO GARANTITO? IN 8 CASI SU 10 SOLO PAGANDO DI TASCA PROPRIA”

 

“Pasto garantito a tutti? Capiamo la difesa d’ufficio dell’azienda ma i dati che fornisce la smentiscono”. Questa la replica delle categorie della funzione pubblica di Cgil, Cisl Uil alla direzione dell’Ausl . “La direzione rivendica di aver dato corso alla convenzione regionale individuando circa 200 locali convenzionati in tutta la provincia e sostenendo che gli esercizi disponibili sui distretti di Correggio e Guastalla, quelli più in difficoltà perché da anni senza una mensa interna, sono in grado di fornire rispettivamente 55 e 110 pasti giornalieri.”

“Sul primo dato, ossia i circa 200 dei locali aderenti alla convenzione – ribattono i sindacati -, segnaliamo che circa il 77% (ossia 156 esercizi) applica il buono pasto a valore, ossia sono locali dove il dipendente Ausl consuma il pasto secondo i prezzi del locale stesso e integra la differenza di tasca sua. Circa l’11% (23 locali) offre un pasto completo, ossia uguale a quello garantito ad oggi nelle mense aziendali. Un altrettanto 11% invece offre il pasto ridotto, ossia o primo o secondo o pizza. Questo si traduce che in quasi 8 posti su 10 il dipendente deve tirare fuori dei soldi per consumare quello che poteva mangiare fino al 31 maggio: ricordiamo che, nell’ultimo incontro, l’Ausl ha dichiarato al tavolo della contrattazione che a favore dei dipendenti nelle mense interne vengo investiti fino a 12€ per ogni accesso”.

Infine, “quando l’azienda rivendica che a Correggio è in grado di fornire 55 pasti al giorno forse dimentica che i dipendenti che lavorano al San Sebastiano sono 506. Stesso discorso per Guastalla. La Direzione rimarca di poter offrire 110 pasti al giorno. Peccato che gli aventi diritto siano 720 – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - Questa differenza è la concretizzazione delle pessime condizioni di accesso al servizio mensa. È naturale, che se questo non va incontro alle esigenze dei dipendenti, questi poi non utilizzino il servizio. E infine notiamo una chiara contraddizione tra l’azione esterna dell’azienda, spesso volta a promuovere corretti stili di vita e anche di alimentazione, e quella interna, dove nei fatti non sta prendendo cura dell’alimentazione dei propri dipendenti”.